Qualcuno mi dice che posso allearmi tanto e bene perché ho pochi sintomi. Io rispondo che sto bene e tengo sotto controllo i sintomi del Parkinson perché mi alleno tanto e faccio molto movimento. Certo la mia malattia è “giovane” e la terapia farmacologica mi aiuta, ma da quando ho iniziato il programma di allenamento quotidiano che sto seguendo, i risultati sono evidenti e per me tenerli sotto controllo potendoli confrontare nel tempo è fondamentale per mantenere alta la motivazione e per il mio “studio longitudinale”.
Come ha inizio questa storia?
Mi chiamo Stefano, ho 57 anni, nel 2017 ho avuto la diagnosi di Parkinson, che ho deciso di affrontare con la mia famiglia, i miei amici e il mio alleato di sempre: lo sport.
Lo sport è sempre stato parte della mia vita, e continuerà ad esserlo. Ma adesso la sfida diventa doppia: contro i tempi, la fatica e con quel pezzo del mio corpo, una piccola parte del cervello che si chiama ‘sostanza nigra’, che ha deciso di non produrre più la dopamina necessaria.
Il progetto che ho deciso di intraprendere, lo devo al mio corpo, un grande amico che mi ha permesso di vivere felicemente e con grande energia. Mantenerlo in forma e sano anche alla mia età, sono convinto, lo aiuterà ad adattarsi alla nuova condizione e a reagire positivamente alla malattia… e voi sapete quanto contano le convinzioni.
Primo dato importante: nonostante io assuma ogni mattina e ogni sera prima di coricarmi i farmaci per gestire gli effetti del Parkinson, non soffro di nessun effetto collaterale nonostante, vi garantisco, nel foglietto illustrativo che accompagna questi farmaci la lista sia parecchio lunga.
Poi, da 84,5 kg sono dimagrito cinque chili e miro al mio peso forma di 78 kg, ci sono quasi. Ne sono orgoglioso perché la bilancia non segnava questi numeri da quando avevo vent’anni e giocavo a pallacanestro. Aggiungo qualche dato più tecnico, direi eclatante, per chi di queste cose se ne intende: da gennaio ad oggi la mia Misura della pliche sull’addome è passata da18 mm a 6,5 mm e la massa grassa dal 13,8% al 9,4% mentre la massa magra dal 86,2% al 90,6%.
Ho imparato a sentire la risposta del mio corpo al movimento, mi alzo la mattina e sono meno elastico, poi faccio qualche esercizio e già sto meglio, la stessa cosa mi succede quando mi alleno, la risposta dei miei muscoli e delle articolazioni migliora nella fase centrale e finale della seduta.
Nonostante questo le mie prestazioni in tutte tre le specialità sono migliorate, io mi sento bene e ho ritrovato parte di quella facilità della corsa che avevo perso negli ultimi tre anni.
Nella prima gara di quest’anno, al Deejay tri, un triathlon sprint, ho raggiunto la mia miglior classifica di categoria, 12° su 43, senza aver mai allenato le transizioni, dove i più forti vanno a memoria, perdendo almeno un paio di minuti in errori di percorso e avendo tagliato il traguardo camminando mano nella mano con i miei genitori di 85 anni.
Perché ho deciso di raccontarvi questa storia?
La mia esperienza mi permette di affermare che allenarsi con continuità, soprattutto seguendo un programma specifico assistiti da un preparatore attento, dà risultati straordinari, così come hanno dimostrato moltissime ricerche mediche.
Per testimoniare questo fatto: qualsiasi cosa ci accada nella vita, solo noi abbiamo il potere di decidere se fermarci o andare avanti nonostante tutto e quello che più di ogni altra cosa mi sta dando questa incredibile avventura sono l’entusiasmo, la felicità, la voglia di vivere e un’inaspettata motivazione che condivido nei racconti pubblicati attraverso il mio Blog.
Sì, avete ben inteso: da gennaio 2018 racconto la mia sfida su www.parkinsontriathlon.blog registrando quotidianamente tutti i dati fisiologici per creare un “case report” unico al mondo che sono a disposizione di chiunque voglia utilizzarli.
Buon allenamento e buona vita!
Stefano Ghidotti
Una storia del Progetto fotografico Metis, leggi tutte le storie.