Amo il mare. Ha un eccezionale potere su di me, riesce a calmarmi e mi trascina con sé nel suo infinito, penso abbia il potere di concedere a chi lo contempla nuove speranze, nuovi sogni e nuovi viaggi interiori.
Giorni fa, cercando qualcosa da guardare, la mia attenzione è stata catturata dal film “Resta con me”, tratto da una storia vera, quella di Tami Oldham Ashcraft e del suo drammatico viaggio di 41 giorni, dal naufragio con uno yacht alla salvezza. Proprio il mio mare che tanto amo, mi ha trascinato violentemente nell’Oceano Pacifico, insieme ai due protagonisti del film.
La vera storia di Tami
Affascinata da questa storia di resilienza, ho voluto approfondire la storia di Tami, 23 anni e Richard, 34, due skipper provetti. Nell’ottobre 1983 viene loro proposto di portare un moderno e lussuoso yacht a vela da Tahiti fino a San Diego, ma questo viaggio si rivelerà catastrofico: pur essendo partiti con un cielo limpido e azzurro, dopo due settimane di navigazione, un violento uragano si abbatte inaspettatamente su di loro, uno tra i più violenti della storia, l’uragano Raymond.
Si ritrovano così ad affrontare onde alte come grattacieli e venti che soffiano a quasi 260 km all’ora. Tami scende sotto coperta mentre Richard cerca di assicurarsi con una cima all’imbarcazione. All’improvviso il grido di lui, un rumore assordante e poi il buio. Tami rimane incosciente per ore. Quando si risveglia l’imbarcazione è semidistrutta. Non solo, risvegliatasi ferita e debolissima, scopre che Richard è disperso in mare. Non ci sono navi né terra in vista, solo una sconfinata distesa d’acqua tutto intorno.
Inizia così per lei ciò che sarà una grande esperienza esistenziale, fatta di sopravvivenza, di forza di volontà, di coraggio e di resilienza. Durante quegli interminabili 41 giorni passati in mezzo al mare, vive tutti gli stati d’animo che un essere umano può provare in condizioni così estreme: era come paralizzata, in uno stato di semi-incoscienza che la spingeva a lasciarsi andare e raggiungere il fidanzato in fondo al mare.
A fermarla è solamente la voce di Richard che lei sente nei momenti in cui la sua mente va in uno stato di semi allucinazione. Una voce che la incoraggia, che la guida nelle varie sfide e le permette di ricordarsi come utilizzare alcune attrezzature e che continua a ripeterle di non mollare, di lottare, di vivere. Una voce, quella della sua mente, che l’ha salvata dandole la forza e gli strumenti per non arrendersi, diventando per lei una sorta di forza interiore invincibile.
Cosa ci lascia questa storia
In questo caso essere in grado di navigare con successo era solo una parte della sfida, aveva anche bisogno di tenere a galla lo yacht e farlo muovere. Ha modellato una pompa per impedire che la cabina si allagasse, ha creato una vela di fortuna, è riuscita ad orientarsi col solo uso di un sestante, lo strumento manuale usato per misurare l’angolo del sole sopra l’orizzonte. Così facendo riesce a portare la barca in una posizione da cui può sfruttare le correnti fino ad arrivare alle Hawaii e alla salvezza.
Questa donna, ha utilizzato tutte le strategie utili per andare avanti, non solo in un momento di difficoltà estrema durante quei lunghissimi giorni, ma anche dopo, tornata alla vita normale, se così si può chiamare perché dopo un evento così importante, la prospettiva del mondo cambia.
Siamo noi a decidere se sviluppare ed utilizzare un atteggiamento positivo di resilienza senza darci per vinti, rialzandoci ancora più forti: Tami, ad esempio, ha trascorso i primi otto anni dopo l’incidente incapace di leggere, poi quando è stata in grado di farlo, ha scritto la sua storia che ha ispirato il film.
Questa per me è storia di pura rinascita, capacità di resistere e venir fuori dalle avversità che la vita ti mette davanti inesorabilmente.
È l’atteggiamento mentale di questo tipo di persona che invece di arrestarsi ed arrendersi di fronte a difficoltà, anche gravi, cerca in ogni modo di reagire proattivamente e positivamente a ciò che è accade nella propria vita.
La vita non è come dovrebbe essere ma è quella che è.
È il modo in cui l’affronti che fa la differenza
(Virginia Satir)
Credo fortemente che la resilienza, dunque, sia non solo riparazione, ma anche cambiamento, che nasca da una frustrazione, ma possa trasformarsi poi in opportunità, in possibilità autentica di successo facendo emergere tutto il potenziale.
Tami oggi è un’imprenditrice di successo, è sposata, madre di due figlie e non ha mai smesso ad andare in barca a vela. Ha continuato a navigare fino a diventare un capitano con licenza di 100 tonnellate con oltre 50.000 miglia offshore al suo attivo.
Indossa sempre un ciondolo sestante a forma triangolare tempestato di diamanti a ricordo della sua avventura.
Anna Sagnella [Ekis Cantera]